Le motivazione ostative al sostegno normato, da destinare alla Cassa, invocate dalla P.A. a giustificazione, includono e/o paventano un aumento dei costi per lo Stato.

Tale addebito è infondato visto e considerato la provenienza dei fondi attinti dallo stanziamento per il comparto ippico ed è irriverente gli Assistiti (ex Professionisti) “dimenticati” dalla previdenza obbligatoria fino al 1996 (Gestione Separata INPS) e “dimenticati” dal Mipaaf pur avendo favorito la visibilità al comparto ippico e rappresentato lo Stato Italiano.

Collateralmente la P.A. giustifica il ribasso del sostegno, perpetrato dal 2007 in poi (Euro 100.000/300.000 annui circa), alla criticità finanziaria però dimenticandosi di assoggettare ad identica “limatura” i benefici extra concessi ai lavoratori dell’ippica (in buona parte personale ex UNIRE/ASSI), le spese per l’acquisizione di beni e servizi, consulenze, collaborazioni (verbali Collegio Sindacale e determinazione Corte dei Conti). A tutto ciò si devono aggiungere le spese per la promozione della salute e benessere del cavallo a cui furono destinati, a partire dal 2015, i fondi dell’ulteriore forma di finanziamento già sostegno per gli Assistiti.

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